Il progetto è un’iniziativa congiunta del Dipartimento di Scienze Biomediche (DSB) e del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DiSLL) dell’Università di Padova.
La collaborazione tra questi due dipartimenti nasce dall’idea che per affrontare un tema complesso come il cancro sia necessario un approccio integrato e multidisciplinare, capace di mettere in dialogo la scienza biologica con le discipline umanistiche.
Il Dipartimento di Scienze Biomediche svolge ricerca di base su aspetti legati alla biologia e alla fisiologia del corpo umano: lo studio dei processi bio-molecolari delle cellule e delle loro interazioni aiuta a comprendere meglio patologie come il cancro, promuovendo nuove strategie terapeutiche e di prevenzione.
Il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, invece, esplora il potere delle parole, delle storie e delle immagini nel rappresentare e interpretare la realtà: attraverso la letteratura, la linguistica e le arti performative, offre strumenti preziosi per raccontare l’esperienza della malattia e superare gli stereotipi che la circondano.
Il festival offre un’ampia gamma di appuntamenti pubblici, con l’obiettivo di avvicinare la cittadinanza ai temi della ricerca universitaria attraverso linguaggi, espressioni culturali e artistiche fruibili e aperte: una vera festa dei saperi che ha il suo cuore pulsante negli spazi del Complesso Beato Pellegrino, sede del DiSLL. Con mostre, letture, dialoghi, concerti, film e spettacoli teatrali il Beato Pellegrino apre le proprie porte a tutta la cittadinanza.
Il festival fa parte del più ampio progetto di Terza Missione Avvicinamenti – Dire e disdire il male, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Biomediche (DSB) e il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DiSLL).
Il progetto prevede un ciclo di appuntamenti che, fino a dicembre 2025, offriranno al pubblico l’opportunità di conoscere temi e specifiche aree di ricerca: dalla malattia alla cura, dalla prevenzione alla resilienza, in una prospettiva che combina l’aspetto comunicativo a quello artistico e culturale.
Con questa iniziativa si intende rendere omaggio alla magnifica fioritura fantastica (o esplicitamente horror) che sta attraversando la produzione letteraria e cinematografica ispanoamericana ultracontemporanea…
In una scenografia che richiama un’aula scolastica, gli spettatori saranno allievi di un docente molto speciale, lo scrittore triestino Mauro Covacich che, nel centenario della pubblicazione de La coscienza di Zeno, ha scritto e messo in scena una straordinaria performance teatrale dedicata all’autore che nel Novecento italiano ha più di tutti messo a tema, con ironia, le malattie dell’animale uomo.
La scrittura come rimedio. Il foglio bianco come rifugio: raccontare il dolore si può? Si deve? Quando non resta altro che una penna e un taccuino. Scrivere la malattia – scrivere la perdita è un laboratorio di scrittura in cui l’atto dello scrivere diventa strategia per alleviare il dolore accettando la malattia o la perdita, o, più semplicemente, per non dimenticare.
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